I vangeli sinottici spiegati ai bambini
I vangeli sinottici sono tre dei quattro vangeli canonici riconosciuti dalla Chiesa: il Vangelo secondo Matteo, il Vangelo secondo Marco e il Vangelo secondo Luca. Vengono chiamati “sinottici” perché presentano molte similitudini nei racconti della vita, della predicazione, dei miracoli e della passione di Gesù.
Indice degli argomenti:
Perché si chiamano “vangeli sinottici”?
Il termine “sinottico” affonda le sue radici nella lingua greca, derivando dalla parola synopsis, che significa “visione d’insieme” o “sguardo simultaneo”. Questo nome non è casuale, ma riflette una caratteristica unica e affascinante dei Vangeli di Matteo, Marco e Luca. Questi tre testi, infatti, condividono una struttura narrativa e un contenuto così simili da poter essere disposti in colonne parallele, permettendo ai lettori di confrontare gli episodi e le parole di Gesù con una chiarezza e una profondità straordinarie.
La sinossi, ovvero la possibilità di leggere questi Vangeli in parallelo, non è solo un esercizio accademico, ma un vero e proprio strumento spirituale e teologico. Attraverso di essa, possiamo cogliere le sfumature e le prospettive uniche che ciascun evangelista offre, pur mantenendo una sostanziale unità nel racconto della vita, della missione e del messaggio di Gesù Cristo. Questo approccio ci permette di avere una visione più ampia e completa degli eventi evangelici, arricchendo la nostra comprensione della figura di Cristo e del suo insegnamento.
Un esempio emblematico di questa sinossi è l’episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci, un miracolo che rivela non solo la potenza divina di Gesù, ma anche la sua compassione per le folle affamate. Questo evento è riportato in tutti e tre i Vangeli sinottici, sebbene con alcune variazioni nei dettagli. Matteo, ad esempio, sottolinea il ruolo dei discepoli e il significato simbolico del pane, mentre Marco si concentra sull’immediatezza e la concretezza del miracolo. Luca, da parte sua, mette in risalto la dimensione comunitaria e provvidenziale del gesto di Gesù. Queste differenze, lungi dall’essere contraddizioni, arricchiscono il racconto, offrendoci una visione poliedrica dello stesso evento e invitandoci a meditare sulle molteplici dimensioni del mistero di Cristo.
La sinotticità dei Vangeli non è quindi solo una questione di struttura letteraria, ma un dono prezioso per la Chiesa e per ogni credente. Essa ci permette di accostarci alla Parola di Dio con uno sguardo più profondo, cogliendo l’armonia tra le diverse testimonianze e lasciandoci guidare dallo Spirito Santo nella comprensione della verità rivelata. Attraverso questa “visione d’insieme”, possiamo scoprire come i Vangeli sinottici, pur nella loro diversità, convergano verso un unico centro: la persona di Gesù Cristo, Salvatore del mondo e cuore della fede cristiana.
Quanti sono?
I Vangeli sinottici sono tre: il Vangelo secondo Matteo, il Vangelo secondo Marco e il Vangelo secondo Luca.
Questi tre testi, pur nella loro diversità, condividono una struttura narrativa e un’impostazione così simili da poter essere letti in parallelo, offrendo una “visione d’insieme” (dal greco synopsis) degli eventi della vita di Gesù. La loro sinotticità non è solo una caratteristica letteraria, ma un dono che ci permette di approfondire la comprensione del messaggio evangelico attraverso prospettive complementari.
Matteo, Marco e Luca, pur seguendo un percorso narrativo comune, portano ciascuno una voce unica e una sensibilità particolare. Matteo, ad esempio, scrive per una comunità di ebrei convertiti, sottolineando il compimento delle profezie messianiche in Gesù. Marco, considerato il più antico dei tre, si distingue per il suo stile immediato e dinamico, focalizzato sull’azione e sulla potenza di Cristo. Luca, il medico e compagno di Paolo, offre una narrazione attenta ai dettagli storici e alla misericordia di Gesù verso i poveri e gli esclusi.
Il Vangelo secondo Giovanni, invece, non è considerato sinottico. La sua struttura, il suo stile e il suo contenuto teologico si distinguono profondamente da quelli dei tre Vangeli sinottici. Giovanni scrive in un periodo più tardo, probabilmente verso la fine del I secolo, e il suo Vangelo è spesso definito “spirituale” o “teologico”. Mentre i sinottici si concentrano sugli eventi della vita pubblica di Gesù, Giovanni approfondisce il significato intimo e trascendente della sua persona e della sua missione. Il prologo del Vangelo di Giovanni, con il suo solenne annuncio del Verbo che si fa carne, è un esempio emblematico di questa prospettiva unica.
La distinzione tra i Vangeli sinottici e quello di Giovanni non è una divisione, ma un arricchimento. Insieme, questi quattro Vangeli formano un quadro completo della vita e del messaggio di Gesù, ciascuno illuminando aspetti diversi della sua identità di Figlio di Dio e Salvatore del mondo. Mentre i sinottici ci offrono una visione d’insieme della missione terrena di Cristo, Giovanni ci conduce nel cuore del mistero della sua divinità, invitandoci a contemplare la profondità del suo amore e della sua rivelazione.
Quando sono stati scritti i vangeli sinottici?
Gli studiosi ritengono che i vangeli sinottici siano stati scritti tra il 50 e l’85 d.C., basandosi su analisi linguistiche, archeologiche e storiche. Le principali ipotesi di datazione sono:
- Marco è considerato il più antico, scritto probabilmente tra il 65 e il 70 d.C., durante o subito dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme nel 70 d.C.;
- Matteo e Luca sarebbero stati composti qualche anno dopo, tra il 70 e l’85 d.C., probabilmente utilizzando Marco come fonte, insieme ad altre tradizioni orali e scritte.
Queste datazioni si basano su studi di biblisti come Raymond E. Brown, John P. Meier e N.T. Wright, che hanno analizzato il contesto storico e le citazioni presenti nei testi.
Ulteriori prove derivano dall’analisi della Fonte Q, un documento ipotetico che avrebbe influenzato Matteo e Luca. Questa teoria si basa sulle somiglianze testuali tra questi due vangeli che non sono presenti in Marco, suggerendo l’esistenza di una fonte comune perduta.
Gli autori dei vangeli sinottici erano apostoli?
All’interno del Nuovo Testamento, solo due apostoli di Gesù sono tradizionalmente identificati come autori di testi biblici: San Matteo, che ha scritto il Vangelo secondo Matteo; San Giovanni, autore del Vangelo secondo Giovanni, delle tre lettere di Giovanni e, secondo la tradizione, dell’Apocalisse. Soltanto San Matteo, uno dei 12 apostoli di Gesù, è ritenuto un testimone diretto tra gli evangelisti sinottici. Marco e Luca non erano apostoli, ma furono discepoli di altri testimoni oculari.
Gli altri scritti del Nuovo Testamento, compresi i vangeli di Marco e Luca, le lettere di Paolo e gli Atti degli Apostoli, sono attribuiti a discepoli e seguaci degli apostoli. In particolare Marco era un collaboratore di Pietro e Paolo mentre San Luca, autore anche degli Atti degli Apostoli, era medico e seguace di Paolo.
Il Vangelo secondo Marco
Il Vangelo secondo Marco è il più breve e il più immediato nello stile. È caratterizzato da una narrazione rapida e vivace, con particolare attenzione ai miracoli e alle azioni di Gesù. È scritto in greco e si rivolge a una comunità cristiana di origine pagana.
Il Vangelo secondo Matteo
Il Vangelo secondo Matteo è stato scritto per i cristiani di origine ebraica e contiene molte citazioni dall’Antico Testamento. È il vangelo che mette più in evidenza il ruolo di Gesù come Messia atteso dagli ebrei.
Il Vangelo secondo Luca
Il Vangelo secondo Luca è più lungo e dettagliato, con una forte attenzione alla misericordia e all’universalità del messaggio di Cristo. Il suo autore è anche colui che ha scritto gli Atti degli Apostoli, il testo che racconta la diffusione del cristianesimo dopo la resurrezione di Gesù.
Differenze con il vangelo di Giovanni
Il Vangelo di Giovanni insegna che Gesù è il Figlio di Dio e offre una visione più mistica e spirituale della sua figura. Il concetto centrale è l’amore e la misericordia di Dio, con il comando dell’amore reciproco riportato nel capitolo 13, versetto 34. Un altro punto essenziale è l’idea della vita eterna, poiché la fede in Cristo conduce alla salvezza e alla vita senza fine, come indicato in Giovanni 3,16. Infine, il Vangelo sottolinea l’importanza dello Spirito Santo, presentato come la guida e il consolatore dei credenti, come si legge nel capitolo 14, versetto 26.
Il Vangelo secondo Giovanni si differenzia dai vangeli sinottici per il suo linguaggio fortemente simbolico e per l’accento sulla divinità di Cristo. Mentre i sinottici narrano molte vicende della vita pubblica di Gesù con un approccio più cronologico e descrittivo, Giovanni seleziona con cura episodi specifici, soffermandosi sul loro valore teologico e spirituale. Gesù si esprime in discorsi lunghi e profondi, come quello sul Pane di Vita nel capitolo 6, e vengono riportati solo alcuni miracoli, definiti “segni”, che rivelano la sua natura divina. Inoltre, l’uso di simboli come la luce, l’acqua e il pane emerge costantemente per trasmettere significati spirituali più profondi.
Il significato religioso
I Vangeli sinottici – Matteo, Marco e Luca – rappresentano un pilastro insostituibile della fede cristiana. Essi non sono semplicemente resoconti storici o racconti biografici, ma testi ispirati che ci rivelano il cuore del messaggio di salvezza portato da Gesù Cristo. Attraverso di essi, la Chiesa ci trasmette la Parola di Dio, offrendoci una visione completa e profonda della vita, della missione e del mistero di Gesù, dal suo battesimo nel Giordano alla sua gloriosa resurrezione.
I Vangeli sinottici ci accompagnano in un viaggio spirituale che abbraccia l’intera esistenza terrena di Gesù. Attraverso le loro pagine, incontriamo Gesù che predica alle folle, compie miracoli, guarisce i malati, perdona i peccatori e annuncia l’amore misericordioso di Dio. Ogni episodio, ogni parabola, ogni gesto di Gesù è un tassello di un mosaico più grande, che ci svela il progetto di salvezza divina.
Il significato religioso dei Vangeli sinottici risiede proprio nella loro capacità di condurci al cuore del messaggio cristiano. Attraverso le loro parole, scopriamo che Gesù non è venuto per condannare il mondo, ma per salvarlo.. Essi ci mostrano che seguire Gesù non significa semplicemente ammirare le sue opere, ma entrare in una relazione personale con lui, accogliendo la sua Parola e mettendola in pratica nella vita quotidiana. Attraverso di essi, impariamo che il Vangelo non è una dottrina astratta, ma una persona viva: Gesù Cristo, che ci chiama a essere suoi discepoli e testimoni nel mondo.
Cosa rappresentano i Vangeli sinottici per i credenti?
Per i credenti di ogni tempo, i Vangeli sinottici sono una guida sicura e una fonte inesauribile di ispirazione. Essi ci insegnano a guardare a Gesù come modello di vita, a imitare il suo amore per il Padre e per i fratelli, e a vivere nella speranza della sua venuta gloriosa. Attraverso di essi, la Chiesa continua a proclamare la buona notizia della salvezza, invitando tutti gli uomini e le donne di buona volontà a incontrare Cristo e a lasciarsi trasformare dalla sua grazia.
La Chiesa, nel suo discernimento sapienziale, ha riconosciuto in bibbie e vangeli l’opera dello Spirito Santo, che parla attraverso le Scritture per guidare i credenti verso la pienezza della verità.

Differenza tra vangeli apocrifi e sinottici
I Vangeli apocrifi, il cui nome deriva dal greco “apokryphos”, ovvero “nascosto”, sono testi che, pur narrando episodi della vita di Gesù, della Vergine Maria o degli apostoli, non sono stati riconosciuti dalla Chiesa come ispirati da Dio. Questi scritti, composti per lo più a partire dal II secolo e oltre, si collocano in un’epoca successiva rispetto ai Vangeli canonici. La loro tardività li rende spesso portatori di elementi leggendari, riflessioni teologiche eterodosse e influenze esterne al messaggio originario della Chiesa primitiva. Molti di questi testi, infatti, riflettono correnti di pensiero come lo gnosticismo, che cercava di reinterpretare la figura di Gesù in chiave filosofica o mitologica, allontanandosi dalla verità storica e spirituale trasmessa dagli apostoli.
Al contrario, i Vangeli sinottici rappresentano il fondamento solido e affidabile della fede cristiana. Chiamati “sinottici” per la loro struttura narrativa simile, che permette una lettura parallela e armonica, questi testi affondano le loro radici nella testimonianza diretta degli apostoli o dei loro discepoli più vicini. Scritti nel I secolo, essi custodiscono con fedeltà gli insegnamenti, i miracoli e le parabole di Gesù, offrendo un ritratto coerente e autentico della sua vita e del suo messaggio salvifico. Attraverso di essi, la Chiesa ci trasmette la Parola di Dio nella sua purezza, guidata dallo Spirito Santo che preserva la verità della Rivelazione.
Mentre i Vangeli apocrifi possono affascinare per i loro dettagli curiosi o le narrazioni suggestive, è nei Vangeli sinottici che troviamo la fonte autentica della fede cristiana. Essi non solo ci offrono una testimonianza storica affidabile, ma ci introducono nel mistero della salvezza, invitandoci a incontrare Cristo come Via, Verità e Vita.